Riqualificare il centro storico per sconfiggere il degrado e arginare l'intolleranza verso gli immigrati presenti a Pizzo
Centro storico, patrimonio da valorizzare |
Il problema non è la nazionalità. Non si può e non si deve discriminare le persone in base alla loro etnia o provenienza. Le persone sono persone. Punto. Si può e si deve, invece, discriminare chi non rispetta le regole, chi calpesta la legge e mette a rischio la convivenza civile.
Non sono un fanatico dell’integrazione a tutti i costi, capisco che esistono differenze culturali che vanno comprese per quello che sono: sintomo di un’identità che va rispettata in un contesto di tolleranza reciproca. È vero, sono tanti gli immigrati che vivono e frequentano Pizzo, in prevalenza bulgari e rumeni, ma esistono leggi precise che regolano la permanenza sul territorio italiano degli stranieri e quando sono rispettate, sia da chi ospita che da chi è ospitato, non c’è altra considerazione da fare: è questa l’unica discriminante possibile.
E poi, bisogna ammetterlo, se esistono situazioni di degrado è anche perché c’è chi specula sulle disgrazie altrui. È lo stesso destino che è toccato ai nostri nonni e bisnonni quando sono emigrati in paesi lontani per assicurare un futuro dignitoso alle proprie famiglie. Non dimentichiamolo mai.
Un’amministrazione comunale efficiente ha il compito di vigilare e, nei limiti delle proprie competenze, far rispettare le regole. I pregiudizi lasciamoli agli amministratori della Lega Nord, che qui possiamo farne tranquillamente a meno.
Detto questo, comprendo, però, il disorientamento di chi guarda la propria città e non la riconosce più, perché trasformata da rinomata meta turistica a luogo di ritrovo di centinaia di persone che ingannano il tempo stazionando quotidianamente in piazza della Repubblica.
La soluzione di questo problema è a mio parere la riqualificazione del centro storico, intesa nella sua accezione più ampia. Recuperare e restaurare i vecchi palazzi, molti dei quali diroccati ed eletti a domicilio di chi suo malgrado non può permettersi una casa vera, significa avviare una bonifica profonda della città, recuperando la sua vocazione turistica e restituendo gli spazi urbani alle attività che operano in questo settore. Allo stesso tempo, puntare sul restauro degli immobili storici significa alimentare il comparto edile senza cedere terreno alla speculazione e a nuove colate di cemento per la costruzione di palazzoni avulsi dall’identità architettonica di Pizzo.
Se, al contrario, dovesse continuare il declino urbanistico, con l’ulteriore impoverimento del patrimonio immobiliare esistente, si alimenterebbe inevitabilmente il degrado, con l’acuirsi di fenomeni di intolleranza che, stando alle reazioni che abbiamo raccolto, sono già vicini ad un preoccupante limite di guardia. Sarebbe una grave sconfitta umana e sociale che dobbiamo evitare facendo scelte programmatiche consapevoli e proiettate concretamente nel futuro.
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