Intervista a Gianluca Callipo tratta dal Quotidiano della Calabria del 5 ottobre 2012

«L’antipolitica è pericolosa per la democrazia, ma ciò che oggi domina la scena nazionale non è più tollerabile e gli italiani sono ormai al punto di sopportazione massima. Gli scandali, gli sprechi, il malcostume sguaiato della Casta. Basta, tutto ciò deve finire e il Paese deve recuperare la capacità di programmare e decidere del proprio avvenire. Ma perché questo avvenga la politica deve recuperare credibilità, soprattutto attraverso nuovi protagonisti che non siano compromessi con un passato che non vuol passare, capaci di promuovere un cambiamento epocale».
Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, 30 anni da poco compiuti, si prepara ad accogliere un altro giovane sindaco, Matteo Renzi, che oggi sarà in città (ore 12.30, Biblioteca comunale) nell’ambito della sua campagna per le primarie del Pd. Callipo ha deciso apertamente di sostenerlo, costituendo il comitato vibonese “Adesso! Per Renzi”, alla stregua di quanto sta avvenendo da settimane in tante altre città e province italiane.
Perché Callipo sostiene Renzi?
«Non è stata una scelta esclusivamente personale - precisa - , ma un percorso che abbiamo valutato e intrapreso insieme a tanti altri militanti e iscritti del Pd. In questo senso Pizzo vuole proposi come l’avanguardia di un cambiamento che attendiamo da troppo tempo. Dopo aver riflettuto ed esserci confrontati, scegliere di stare con Renzi, sostenendo la sua candidatura alle primarie, ci è sembrato quasi ovvio».
Per motivi anagrafici o calcolo politico?
«Né l’uno, né l’altro. Il fatto che Renzi sia giovane vuol dire poco. Lo sono soprattutto le sue idee, la volontà esplicita di rinnovare la classe dirigente del Pd con chi non ha sulle spalle 15, 20 o 30 anni di permanenza in Parlamento. Non cerchiamo un ricambio esclusivamente generazionale, ma personalità nuove, non compromesse con ciò che ogni giorno emerge dai tg, dalle cronache giudiziarie e dal gossip più spinto. In tv ci sono sempre le stesse facce da vent’anni, sempre le stesse 15 persone che vanno a infarcire i pastoni di politica con dichiarazioni sempre uguali. Non ci siamo schierati neppure per un basso calcolo politico, perché sostenere Bersani sarebbe probabilmente più conveniente in un territorio che vede l’attuale segretario godere di un indiscusso consenso. Abbiamo fatto questa scelta semplicemente perché Renzi offre maggiori garanzie di cambiamento, di evoluzione verso una politica di sinistra più vicina ai reali problemi della gente, più pragmatica e concreta, senza logori steccati ideologici».

Eppure nel Pd c’è chi rimprovera a Renzi di piacere troppo alla destra…
«Le ideologie sono tramontate da un pezzo, ricondurre tutto nei rigidi schemi di una volta è dannoso. Il mondo è cambiato, la politica in Italia no. È questa l’unica vera considerazione da fare. Renzi è figlio del suo tempo, ha più strumenti per interpretare la realtà del Paese e meno freni ideologici. Gli attuali massimi esponenti del Pd vengono tutti da esperienze politiche importanti ma antiche, quando le bandiere erano rosse e su di esse campeggiava ancora falce e martello. La lotta di classe, le divisioni in operai e padroni, oggi non hanno senso. I nuovi proletari sono i ricercatori universitari, i precari, i lavoratori autonomi a partita Iva, gli stagisti ed i praticanti a vita, tutta gente che la “prole”, cioè una famiglia con dei figli, spesso non se la può permettere. I veri padroni sono transnazionali, sono negli indici di borsa e nelle burocrazie europee. Renzi piace all’elettorato moderato perché la voglia di cambiamento investe tutta la società, senza distinzioni. E siccome a destra l’alternativa a Berlusconi non esiste e non si vede neppure all’orizzonte, è ovvio che in molti guardino con interesse all’impegno di Matteo. I cittadini voglio soluzioni, vogliono uscire dalla crisi economica, sono stanchi di chiacchiere e prese di posizione aprioristiche. E poi Renzi non usa il sarcasmo come un’arma impropria, non demonizza gli avversari, non spara sentenze. Quando leggo D’Alema che dichiara cose del tipo “se penso a un vertice Renzi-Merkel scoppio a ridere”, mi cadono le braccia, perché mi rendo conto che in molti non hanno capito nulla di quello che sta accadendo».
Domani, sabato, l’assemblea nazionale del Pd dovrà approvare le regole per le primarie, che sembrano essere state formulate apposta per ostacolare il sindaco di Firenze. Che ne pensa?
«Lo considero un grave errore strategico, dettato forse dal desiderio di qualcuno di essere più realista del re. Come diceva Moretti in un suo film, continuiamo a farci del male. Schedare gli elettori con un albo, costringerli alla registrazione presentando il certificato elettorale, prevedere il doppio turno con ammissione al voto soltanto per chi ha partecipato al primo, rendere pubblico l’elenco dei partecipanti alle primarie, mi sembrano tutte cose costruite su misura per imbrigliare Renzi in un risultato che non pregiudichi gli attuali equilibri all’interno del Pd. Ho molta stima del segretario Bersani perché lo considero una persona intellettualmente onesta, confido che saprà fugare i timori di ostruzionismo e ci metterà nelle condizioni di partecipare a primarie vere, dove chi vince conquista la leadership e chi perde lavora senza riserve per il partito e per il suo successo elettorale».

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