Pizzo aderisce alla protesta Anci contro il patto di stabilità. Callipo: «Liberare subito le risorse per far ripartire economia e lavoro»

«Le regole che impongono agli enti locali il rispetto del patto di stabilità non sono compatibili con il momento di gravissima crisi economica che vive il Paese. Liberare le amministrazioni territoriali da questo cappio significa rilanciare gli investimenti pubblici ed evitare il fallimento di migliaia di imprese che attendono da troppo tempo di essere pagate».
Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, annuncia la partecipazione alla manifestazione di protesta organizzata dall'Anci, che si terrà giovedì 21 marzo a Roma. Il primo cittadino della città napitina, recentemente nominato membro del direttivo nazionale della Consulta dei giovani dell'associazione, coglie l'occasione per lanciare un appello a tutti gli amministratori calabresi e, in particolare, a quelli vibonesi, affinché prendano parte all'iniziativa in programma nella Capitale.
«Gli effetti negativi del patto di stabilità, che in pratica impedisce di mettere in circolo risorse complessive per circa 9 miliardi di euro - spiega Callipo, vice presidente per il Sud dell'Anci giovani -, sono ancora più deleteri in Calabria, dove moltissime imprese hanno come committente principale, se non unico, la Pubblica amministrazione. Si tratta di aziende che hanno svolto il proprio lavoro, fornendo i servizi richiesti, ma da tempo immemorabile non vengono pagate. Inevitabile, dunque, che molte siano costrette a chiudere i battenti o siano sul punto di farlo, con drammatiche conseguenze sul Pil regionale e sui già asfittici livelli occupazionali. Una situazione insostenibile che, al di là delle considerazioni squisitamente economiche e finanziarie, rappresenta una vera e propria ingiustizia e come tale viene vissuta da chi, nonostante i crediti vantati nei confronti della Pa, si ritrova pieno di debiti a cui non può far fronte. A tutto ciò si aggiunge una vera e propria beffa normativa, cioè l'obbligo imposto dalla legge agli enti locali di pagare le imprese entro 60 giorni, una disciplina che cozza rumorosamente contro i divieti imposti dal patto di stabilità e rende le Amministrazioni due volte inadempienti».

Nel corso della manifestazione di giovedì, aperta alla partecipazione dei sindacati e delle altre forze sociali, l'Anci chiederà al Governo l'adozione di un decreto che consenta lo sblocco delle risorse disponibili ma non utilizzabili, da impegnare anche nella realizzazione di opere e servizi pubblici. Qualora non dovessero giungere atti concreti da parte del Consiglio dei ministri, le amministrazioni locali che aderiscono alla protesta sono pronte ad adottare all'unisono, in un giorno da stabilire, delibere di giunta con in oggetto la dicitura "oggi pago", per procedere comunque ai pagamenti attesi dalle imprese creditrici.
«Mi auguro che non si arrivi a questa soluzione estrema, che esporrebbe comunque gli enti alle conseguenze previste per chi non rispetta il patto di stabilità - conclude Callipo -. Auspico, invece, che il Governo accolga le nostre istanze e agisca in sintonia con il Paese reale. Ma perché ciò avvenga è necessario essere in tanti a Roma, per far capire che ormai la misura è colma e noi amministratori pubblici non siamo più disposti a sacrificare il presente e il futuro dei nostri territori sull'altare di un’algida contabilità finanziaria».

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