La minoranza si rivolge al Tar, la replica del sindaco Callipo: «Ricorso strumentale per nascondere la loro incapacità politica»

Gianluca Callipo
«In un anno di permanenza in Consiglio comunale, l'unico risultato che l'opposizione può presentare alla città come frutto della propria attività è un bel ricorso al Tar».
Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, bolla come fallimentare l'azione della minoranza consiliare, «perché - dice -incapace di agire in maniera costruttiva e proficua per la collettività, limitandosi a interpretare il solito consunto copione, fatto di accuse strumentali e stanca retorica».
«Preso atto della propria inconsistenza amministrativa e politica - continua Callipo - i tre consiglieri che formano la minoranza cercano comunque di accreditarsi presso l'opinione pubblica come integerrimi oppositori, contribuendo a ingolfare la giustizia amministrativa con un ricorso pretestuoso che punta esclusivamente allo scioglimento del Consiglio. In pratica, cercano di ottenere per vie traverse un risultato che politicamente non sono in grado di conseguire. E allora si appellano al Tar, facendo leva su quelli che appaiono oggettivamente come cavillosi pretesti, affinché venga annullata la delibera consiliare con la quale è stato regolarmente approvato il conto consuntivo. Il Comune, ovviamente, sarà obbligato a resistere in giudizio, con un aggravio di spese legali che alla fine peserà inevitabilmente sui cittadini».
Entrando nel merito della questione, il sindaco ricorda che l'Assemblea fu convocata rispettando i termini imposti dalla Prefettura.
«Implicitamente, dunque, il loro ricorso sembra censurare anche l'azione ineccepibile del Prefetto, che stabilì il termine entro il quale il Consiglio doveva essere convocato - conclude Callipo -. Eppure hanno avuto ben 2 settimane per studiarsi le carte e venire in Consiglio preparati, dove avrebbero potuto sostenere le proprie convinzioni con onore e dignità. Invece, hanno disertato quella seduta, sottraendosi volontariamente a un confronto che con tutta evidenza non sono in grado di affrontare. Meglio ricorrere al Tar, si sono detti, hai visto mai...».

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