Imposte non pagate, Callipo replica al consigliere Gammo: «Nessuna vessazione, solo senso di responsabilità e giustizia»
«Quello del consigliere Gammo è il solito mix malriuscito di populismo e false informazioni, con una buona dose, questa volta, di incitamento al non rispetto delle regole. Come già accaduto in passato, l'esponente della minoranza consiliare cerca di cavalcare un tema di facile presa, denunciando persecuzioni inesistenti e strumentalizzando situazioni assolutamente trasparenti».
Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, replica alle recenti dichiarazioni del consigliere Francesco Gammo, in merito alle attività di recupero crediti che Palazzo San Giorgio sta attuando già da tempo, secondo gli obiettivi programmatici di lotta all'evasione delle imposte comunali, condivisi dalla maggioranza consiliare.
«È vero che i crediti vantati dal Comune ammontano a milioni di euro ed è vero che molti di questi sono riconducibili a obblighi di pagamento non rispettati che risalgono addirittura ai primi anni del 2000 - spiega Callipo -. Si tratta di una situazione che si è cristallizza negli anni grazie alle mancate riscossioni da parte delle precedenti amministrazioni, che hanno forse avallato colpevolmente un malcostume intollerabile per assecondare i propri fini elettoralistici. Una situazione di cui Gammo stesso è perfettamente a conoscenza, visto che in passato è stato anche revisore dei conti del Comune. Senza considerare che in Consiglio comunale egli stesso, in diverse occasioni, ha più volte stigmatizzato l'eccesso di crediti non riscossi. Come dire, due pesi e due misure a seconda delle sedi e dei fini con cui parla. Oggi, dunque, grida allo scandalo e denuncia persecuzioni ai danni dei cittadini, evitando però di dire molte cose. Innanzitutto, che i crediti più cospicui, sono vantati nei confronti di pochi, grandi contribuenti, in particolare gruppi imprenditoriali che hanno debiti per centinaia di migliaia di euro a causa di imposte mai pagate. Come abbiamo sempre sostenuto, i nostri sforzi sono indirizzati principalmente al recupero di queste somme. Fare una media matematica e sostenere, come fa Gammo, che ogni cittadino, neonati compresi, dovrebbe al Comune circa 600 euro, è dunque una mistificazione evidente.
Altra questione: il consigliere Gammo afferma che molti di questi debiti sarebbero caduti in prescrizione ed esigerli significa vessare i contribuenti. Non è corretto stabilire aprioristicamente quali crediti siano prescritti guardando solo all'anno a cui è riferita la bolletta, perché nel corso del tempo sono quasi sempre intervenuti molteplici atti (avvisi, solleciti, ingiunzioni) che hanno interrotto i termini di prescrizione. Secondo quanto prevedono le norme in vigore, quindi, è il cittadino che deve eccepire l'eventuale prescrizione, inviando una semplice raccomandata al Comune. A quel punto, prendendo in considerazione i singoli casi, gli uffici comunali provvederanno a dichiarare estinto il debito in regime di autotutela, qualora verifichino la fondatezza di quanto affermato. È questa la procedura corretta, nonostante quello che dica Gammo. L'alternativa sarebbe un'assurda e illegittima discriminazione in base alla quale il Comune potrebbe decidere a chi mandare gli avvisi di pagamento e a chi no. Forse questo è il metodo della minoranza, ma non il nostro».
Callipo inoltre, rimarcando la totale mancanza di volontà vessatoria da parte del Comune, ricorda che le nuove regole approvate già da alcuni mesi, consentono a chi è in debito una dilazione dei pagamenti fino a 120 rate.
«In conclusione - termina il sindaco -, Gammo farebbe bene a ricordare a se stesso che la condizione attuale, caratterizzata da milioni di euro in imposte mai riscosse dal Comune, è stata causata dall'incapacità amministrativa di chi ci ha preceduti. Un malgoverno che ha condotto Pizzo sul baratro del dissesto finanziario. È soltanto grazie alla nostra azione se questo non è avvenuto. Ma per scongiurare definitivamente il rischio di default, è necessario continuare a mettere ordine nei conti, perseguendo allo stesso tempo un basilare principio di giustizia nei confronti di chi le tasse le ha sempre pagate. È quello che stiamo facendo, con coraggio, responsabilità e assoluto rispetto delle regole, tutte cose che probabilmente mancano in chi preferisce raccattare qualche consenso in più a scapito della propria coerenza».
Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, replica alle recenti dichiarazioni del consigliere Francesco Gammo, in merito alle attività di recupero crediti che Palazzo San Giorgio sta attuando già da tempo, secondo gli obiettivi programmatici di lotta all'evasione delle imposte comunali, condivisi dalla maggioranza consiliare.
«È vero che i crediti vantati dal Comune ammontano a milioni di euro ed è vero che molti di questi sono riconducibili a obblighi di pagamento non rispettati che risalgono addirittura ai primi anni del 2000 - spiega Callipo -. Si tratta di una situazione che si è cristallizza negli anni grazie alle mancate riscossioni da parte delle precedenti amministrazioni, che hanno forse avallato colpevolmente un malcostume intollerabile per assecondare i propri fini elettoralistici. Una situazione di cui Gammo stesso è perfettamente a conoscenza, visto che in passato è stato anche revisore dei conti del Comune. Senza considerare che in Consiglio comunale egli stesso, in diverse occasioni, ha più volte stigmatizzato l'eccesso di crediti non riscossi. Come dire, due pesi e due misure a seconda delle sedi e dei fini con cui parla. Oggi, dunque, grida allo scandalo e denuncia persecuzioni ai danni dei cittadini, evitando però di dire molte cose. Innanzitutto, che i crediti più cospicui, sono vantati nei confronti di pochi, grandi contribuenti, in particolare gruppi imprenditoriali che hanno debiti per centinaia di migliaia di euro a causa di imposte mai pagate. Come abbiamo sempre sostenuto, i nostri sforzi sono indirizzati principalmente al recupero di queste somme. Fare una media matematica e sostenere, come fa Gammo, che ogni cittadino, neonati compresi, dovrebbe al Comune circa 600 euro, è dunque una mistificazione evidente.
Altra questione: il consigliere Gammo afferma che molti di questi debiti sarebbero caduti in prescrizione ed esigerli significa vessare i contribuenti. Non è corretto stabilire aprioristicamente quali crediti siano prescritti guardando solo all'anno a cui è riferita la bolletta, perché nel corso del tempo sono quasi sempre intervenuti molteplici atti (avvisi, solleciti, ingiunzioni) che hanno interrotto i termini di prescrizione. Secondo quanto prevedono le norme in vigore, quindi, è il cittadino che deve eccepire l'eventuale prescrizione, inviando una semplice raccomandata al Comune. A quel punto, prendendo in considerazione i singoli casi, gli uffici comunali provvederanno a dichiarare estinto il debito in regime di autotutela, qualora verifichino la fondatezza di quanto affermato. È questa la procedura corretta, nonostante quello che dica Gammo. L'alternativa sarebbe un'assurda e illegittima discriminazione in base alla quale il Comune potrebbe decidere a chi mandare gli avvisi di pagamento e a chi no. Forse questo è il metodo della minoranza, ma non il nostro».
Callipo inoltre, rimarcando la totale mancanza di volontà vessatoria da parte del Comune, ricorda che le nuove regole approvate già da alcuni mesi, consentono a chi è in debito una dilazione dei pagamenti fino a 120 rate.
«In conclusione - termina il sindaco -, Gammo farebbe bene a ricordare a se stesso che la condizione attuale, caratterizzata da milioni di euro in imposte mai riscosse dal Comune, è stata causata dall'incapacità amministrativa di chi ci ha preceduti. Un malgoverno che ha condotto Pizzo sul baratro del dissesto finanziario. È soltanto grazie alla nostra azione se questo non è avvenuto. Ma per scongiurare definitivamente il rischio di default, è necessario continuare a mettere ordine nei conti, perseguendo allo stesso tempo un basilare principio di giustizia nei confronti di chi le tasse le ha sempre pagate. È quello che stiamo facendo, con coraggio, responsabilità e assoluto rispetto delle regole, tutte cose che probabilmente mancano in chi preferisce raccattare qualche consenso in più a scapito della propria coerenza».
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