Tributi, il sindaco Callipo replica all'associazione dei commercianti: «Collaborazione importante ma proposta sulla Tari è irricevibile»
«C’è grande attenzione per le proposte avanzate dall’associazione Mangia & Bevi e non sono mancati importanti momenti di collaborazione con il Comune, ma in merito alla richiesta di aumentare il peso della Tari a carico dei cittadini per diminuirlo con riferimento agli esercizi commerciali, non c’è stata e non ci poteva essere condivisione».
Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, conferma quanto affermato dal presidente dell’associazione che riunisce i commercianti del centro storico e rivendica una scelta che definisce inevitabile.
«Ci era stato chiesto di rimodulare il gettito della Tari, che a Pizzo è di circa 2 milioni di euro l’anno, aumentando la percentuale a carico dei cittadini per diminuire in stessa misura quella a carico dei commercianti - spiega Callipo -. Ovviamente abbiamo ritenuto irricevibile una proposta di questo tipo che avrebbe creato sperequazione tra i contribuenti e reso più gravoso sui cittadini il peso della tassa sui rifiuti. Il calcolo della Tari, che ha preso il posto della vecchia Tares, è imposto da una legge dello Stato che fa riferimento al decreto Ronchi, il quale impone percentuali diverse a seconda del settore merceologico in cui si opera. In pratica, viene applicato il principio per il quale più rifiuti si producono, maggiore sarà l’importo da pagare. Ecco perché la Tari pesa maggiormente su esercizi commerciali come bar, ristoranti, pescherie e rivendite di frutta e verdura. Ma questa è la legge e non ci possiamo fare nulla. Chiedere di diminuire l’impatto della Tari sui commercianti, incrementando la tassa a carico delle famiglie non è una soluzione accettabile».
Spiegati i motivi che hanno indotto il Comune a rigettare la proposta di Mangia & Bevi, Callipo ha comunque rimarcato lo spirito di collaborazione che anima l’attività di questa associazione, «con la quale - ha detto - abbiamo già lavorato in maniera molto proficua, accogliendo proposte e suggerimenti pienamente condivisibili».
È il caso del nuovo regolamento Cosap, che disciplina l’uso del suolo pubblico in concessione. Grazie proprio alle istanze dell’associazione, infatti, il costo a carico degli esercenti, in particolare bar e ristoranti che hanno tavolini all’aperto, è stato diminuito a seguito dell’adozione di 3 diverse tipologie di canoni: annuale, stagionale (fino a un massimo di 180 giorni) e misto. In questo modo, comunicando preventivamente i periodi durante i quali intendono occupare suolo pubblico, gli esercenti possono programmare al meglio la propria attività ed i relativi costi, ottenendo un risparmio non solo con riferimento agli importi Cosap, ma anche a quelli della stessa Tari, proprio in forza della minore superficie pubblica occupata nei diversi periodi dell’anno.
Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, conferma quanto affermato dal presidente dell’associazione che riunisce i commercianti del centro storico e rivendica una scelta che definisce inevitabile.
«Ci era stato chiesto di rimodulare il gettito della Tari, che a Pizzo è di circa 2 milioni di euro l’anno, aumentando la percentuale a carico dei cittadini per diminuire in stessa misura quella a carico dei commercianti - spiega Callipo -. Ovviamente abbiamo ritenuto irricevibile una proposta di questo tipo che avrebbe creato sperequazione tra i contribuenti e reso più gravoso sui cittadini il peso della tassa sui rifiuti. Il calcolo della Tari, che ha preso il posto della vecchia Tares, è imposto da una legge dello Stato che fa riferimento al decreto Ronchi, il quale impone percentuali diverse a seconda del settore merceologico in cui si opera. In pratica, viene applicato il principio per il quale più rifiuti si producono, maggiore sarà l’importo da pagare. Ecco perché la Tari pesa maggiormente su esercizi commerciali come bar, ristoranti, pescherie e rivendite di frutta e verdura. Ma questa è la legge e non ci possiamo fare nulla. Chiedere di diminuire l’impatto della Tari sui commercianti, incrementando la tassa a carico delle famiglie non è una soluzione accettabile».
Spiegati i motivi che hanno indotto il Comune a rigettare la proposta di Mangia & Bevi, Callipo ha comunque rimarcato lo spirito di collaborazione che anima l’attività di questa associazione, «con la quale - ha detto - abbiamo già lavorato in maniera molto proficua, accogliendo proposte e suggerimenti pienamente condivisibili».
È il caso del nuovo regolamento Cosap, che disciplina l’uso del suolo pubblico in concessione. Grazie proprio alle istanze dell’associazione, infatti, il costo a carico degli esercenti, in particolare bar e ristoranti che hanno tavolini all’aperto, è stato diminuito a seguito dell’adozione di 3 diverse tipologie di canoni: annuale, stagionale (fino a un massimo di 180 giorni) e misto. In questo modo, comunicando preventivamente i periodi durante i quali intendono occupare suolo pubblico, gli esercenti possono programmare al meglio la propria attività ed i relativi costi, ottenendo un risparmio non solo con riferimento agli importi Cosap, ma anche a quelli della stessa Tari, proprio in forza della minore superficie pubblica occupata nei diversi periodi dell’anno.
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