Campagna di dismissione dei beni comunali inutilizzati: il Comune di Pizzo accelera e bandisce l'asta pubblica
Pizzo accelera sulla vendita del patrimonio immobiliare comunale non utilizzato, con l’obiettivo di attirare investimenti privati che possano riqualificare aree in situazioni di abbandono. Con questo obiettivo l’amministrazione Callipo ha effettuato una dettagliata ricognizione dei beni che negli anni passati erano stati inseriti nei piani di alienazione ma le cui aste pubbliche erano andate deserte. Grazie all’attività di accertamento effettuata dal responsabile del Settore patrimonio, Giovanni Colace, è stata pubblicata una nuova asta pubblica, per ora mantenendo gli stessi prezzi base del passato, per verificare l’esistenza di un interesse attuale da parte di privati che volessero investire.
Tra i beni individuati, quello con il valore commerciale più alto è costituito da un’area in zona Marinella, proveniente dal piano di lottizzazione Scarfì. In altre parole, un terreno incolto di quasi 11mila metri quadri, che da piano regolatore può ospitare attività di interesse pubblico, come esercizi commerciali o altro, ma che negli anni è rimasto inutilizzato. La base d’asta è di un milione e 140mila euro. Considerevole anche la base d’asta per l’ex area standard in località Colamaio (Piano di lottizzazione Maritur): 266mila euro per oltre 10mila metri quadri non edificabili e, dunque, a un prezzo unitario di 25 euro a metro quadro. Seguono un altro appezzamento sempre in località Marinella (144mila euro), un’area su via Nazionale proveniente dalla lottizzazione Marcello (50mila euro) e altri 6 immobili con basi d’asta più basse, che vanno dai 26mila ai 3.400 euro.
Il procedimento è stato eseguito in applicazione al decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, convertito con legge n. 133 del 6 agosto 2008, che, all’articolo 58, prevede il riordino, la gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare degli Enti locali redigendo un apposito elenco, relativo ai singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all'esercizio delle proprie funzioni istituzionali e dunque suscettibili di dismissione. L'inserimento degli immobili nel piano ne ha determinato la conseguente classificazione come patrimonio disponibile, fatto salvo il rispetto delle tutele di natura storico-artistica, archeologica, architettonica e paesaggistico-ambientale.
«Con questo bando - ha spiegato l’assessore con delega al Patrimonio, Giorgia Andolfi - cerchiamo di dismettere quella parte del patrimonio immobiliare inutilizzato da decenni, con l’obiettivo di reperire nuove risorse che possano essere investite in progetti a favore della collettività. Contestualmente, si spingono i privati a investire sul territorio comunale, con tutte le ricadute positive che questo può comportare».
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